Zeme Lomellina, Pavia

Zeme Lomellina, Pavia

1979 E. Casasco, appropriandosi dell’albero del vicino riesce a dilatare lo spazio verde nel quale sta operando trovando soluzioni che rendano quel luogo uniforme a quello che è l’ambiente circostante riscontrabile nella zona ossia una regione piana caratterizzata dalle risaie.

1979

Giardino nella Lomellina

La Lomellina, una regione piana, ricchissima di acque che la coprono di una fitta rete di canali.

II paesaggio è quello della risaia, trasformato in primavera inoltrata a lago immoto, d'estate a verde prateria, d'autunno a distesa dorata di spighe.

Ermanno Casasco ha l'incarico di realizzare un giardino in questa terra piatta, senza stile e senza forma. Uno spazio verde che creasse continuità con la casa, un tipico cascinale lombardo ristrutturato. Dalla dimora si dirama un tracciato di pietre di beola che attraversa tutto il giardino, cui Casasco ha conferito uno stile particolare, con grandi radure, giocando con gli scorci, con i vuoti e i pieni, assecondando perfettamente il gusto e la sensibilità del committente.

Il paesaggista ha iniziato il suo lavoro, non partendo da un vero e proprio disegno, ma tenendo in considerazione tre aspetti fondamentali. Il primo, che la Lomellina, con il suo clima umido e le sue risaie, è molto simile al Giappone, elemento utile per alcune soluzioni, pur senza adottare completamente lo stile dei giardini giapponesi.

II secondo, che potevano crescere bene il bambù ("diventato bellissimo e gigantesco") e le piante che amano quel clima e quel terreno. II terzo, che andavano estirpati i pini e le conifere, che in quel particolare terreno sabbioso crescono velocemente ma vengono spazzati via al primo colpo di vento forte, nonché la siepe di prunus laurocerasus che delimitava la proprietà: il paesaggio esterno sembra così far parte del giardino che pur essendo solo di un ettaro assume un aspetto gigantesco. Nella scelta delle piante, Casasco ha privilegiato specie diverse ma con foglie della medesima dimensione per dare al giardino uniformità: non periodiche monofioriture ma profumi e colori che si rinnovano di stagione in stagione. Uno dei punti più scenografici del giardino è il laghetto. "È nato anche per un motivo affettivo", spiega il paesaggista. "Lo specchio d'acqua, infatti, ospita una scultura galleggiante di Nanni Valentini. Un'antico adagio cinese dice che l'acqua dà al giardino ciò che gli occhi danno al viso: luminosità, profondità, vivacità e vita; così è per me l'acqua in un giardino"

In seguito altre sculture sono entrate a far parte del giardino e la loro collocazione ha richiesto interventi che creassero un giusto rapporto tra lo spazio, il volume delle sculture e il verde circostante. Il compito di Ermanno Casasco non si è limitato alla progettazione. Periodicamente, i suoi piccoli interventi assicurano la giusta crescita e la giusta armonia sia agli arbusti che agli alberi ad alto fusto.

Loredana Vaccari

(da "Case e Country", luglio 1999, n° 7)