"Il Sabato"

"Il Sabato"

Ermanno Casasco e il Programma “Il Sabato”: Un Modello Didattico Visivo e Innovativo; anni 80 Rai 2

Durante la mia esperienza come paesaggista, ho avuto l’opportunità di condividere molte delle mie idee attraverso la televisione, in particolare con la trasmissione “Il Sabato”. Questo programma è stato un progetto ambizioso, un modo per portare il pubblico nel mondo della progettazione del verde in modo accessibile e visivamente coinvolgente. L’idea era quella di trasmettere la conoscenza in due fasi: prima esploravamo insieme al pubblico le caratteristiche delle piante e dei giardini, e poi ci concentravamo sulla progettazione vera e propria.

La chiave per rendere il tutto comprensibile era l’uso di plastici tridimensionali. Attraverso questi plastici, riuscivo a visualizzare le idee per il pubblico, mostrandogli come un giardino poteva evolversi nel tempo. I modellini permettevano di spiegare concetti che, senza una rappresentazione visiva, sarebbero rimasti astratti. Grazie a questi strumenti visivi, gli spettatori potevano comprendere come un terreno spoglio potesse trasformarsi in un giardino rigoglioso. Il concetto di “prima e dopo”, che usavo spesso nel programma, semplificava il processo, ma rendeva chiaro come le piante, col tempo, potessero arricchire uno spazio in modi che non si potevano immaginare a colpo d’occhio.

Plastici e Strumenti Visivi: Un Approccio Didattico Unico

Una delle mie peculiarità è sempre stata quella di rendere visibile l’invisibile. Nei miei interventi al programma, oltre alle spiegazioni teoriche, mi piaceva far toccare con mano l’evoluzione di un progetto, soprattutto grazie all’uso dei plastici. Questi modellini tridimensionali non erano solo una rappresentazione statica del giardino, ma un vero e proprio strumento didattico. Mostravano la distribuzione delle piante, i percorsi, le aree funzionali e il modo in cui il progetto si sarebbe sviluppato nel tempo. Accompagnavo i modellini con fotografie che documentavano la trasformazione del giardino non solo nel “prima e dopo” immediato, ma anche nel “dopo venti anni”, per mostrare l’impatto della crescita naturale e l’importanza di una visione lungimirante.

Questo metodo mi permetteva di far capire quanto sia essenziale tenere in considerazione la dimensione temporale in un progetto di giardino. Un giardino non è mai “finito” quando si pianta l’ultima pianta, ma è un processo continuo, che muta e si evolve con il tempo. La crescita delle piante, le stagioni, il clima, tutto contribuisce a trasformare l’ambiente, ed è questa visione dinamica che ho cercato di trasmettere durante le mie apparizioni televisive.

Il Valore della Visione a Lungo Termine nella Progettazione del Verde

Ripensando ai miei progetti, mi rendo conto che la lungimiranza è uno degli aspetti più importanti del mio lavoro. Adesso, a distanza di vent’anni dalle mie prime realizzazioni in Sicilia, Ischia e Turchia e in altri posti del mondo, mi piace tornare in quei luoghi e vedere come il tempo ha trasformato gli spazi che ho creato. È emozionante documentare la crescita delle piante e verificare le scelte fatte allora. Ad esempio, ho spesso utilizzato piante originarie dell’Africa e dell’Australia per adattarle a contesti mediterranei, ma ogni progetto è sempre stato unico, e ho cercato di esplorare altre specie che potessero offrire nuove possibilità estetiche e funzionali.

Questo costante desiderio di esplorazione e sperimentazione mi ha permesso di evitare la trappola di ripetere sempre le stesse soluzioni. Ogni nuovo giardino è stato per me un’opportunità di crescita, un puzzle da risolvere con attenzione e creatività. La soddisfazione più grande, oggi, è vedere come i giardini che ho progettato continuano a vivere, mutare e sorprendere, testimoni della visione a lungo termine che li ha originati.