
Favignana, Trapani
1995 Questo luogo è stato risistemato con tatto assecondando la conformazione pedologica del sito disponendo fra i crostoni di roccia che scendono verso il mare piante grasse e pittospori nani.
1995
La formazione di nuovi giardini, soprattutto di quelli collegati a case di vacanza di aree di pregio paesaggistico, è sempre in bilico fra la banalità e l'eccessiva stravaganza. I progettisti più moderni non riescono a uscire dagli schemi stanti della riproduzione dell'ovvio, e quelli che si credono più brillanti devono per forza lasciare il segno del proprio genio creatore esercitandosi in smargiassate ambientali. I paesaggisti più abili riescono sempre a collocarsi fra questi due baratri evitandone i bordi con misura e intelligenza.
Il progetto del giardino è di Marcello Mannone, con la collaborazione di Ermanno Casasco.

Una porzione di terreno attorno a una casa di vacanza sull'isola di Favignana è stata sistemata con tatto, fantasia e abilità da due paesaggisti di sicura esperienza. La conformazione del terreno, le sue proprietà pedologiche e i caratteri meteoclimatici hanno condizionato il disegno complessivo che è stato con destrezza costruito su un impianto vegetale adatto per congruenza biologica ed estetica. La collocazione dell'arredo vegetale è infatti strettamente conseguente alle forme, alle curve di livello, alla presenza degli affioramenti rocciosi, ai percorsi e alle visuali principali. Nelle fasce di terreno fra i costoni di roccia che scendono verso il mare sono stati inseriti - a seconda dello spessore dello strato di terreno - piante grasse o pittosporum tobira nano.


Nelle campiture meno profonde sono state inserite masse di verbena che formano un intrigante disegno astratto che somiglia a un grande ricamo colorato. L'area più vicina all'abitazione - grazie alla maggiore disponibilità di terreno derivata dagli scavi per le fondazioni - è stata arredata con oleandri, cycas e altri pittospori che proteggono e ombreggiano la casa cui è strettamente collegata una terrazza rialzata. Da qui si gode una stupefacente veduta panoramica sul mare e sul giardino e si può apprezzare l'intelli-gente continuità d'immagini, forme e colori che costituisce la perfetta transizione percettiva fra l'edificio e il luminoso paesaggio circostante.


La terrazza è protetta da una siepe di rosmarino pittosporo ed è coperta da un pergolato su cui si inerpicano rigogliosi esemplari di bougainvillea e di gelsomino. Il risultato complessivo è un interessante disegno che ricopre il terreno come se un gigantesco lapis colorato vi avesse tracciato dei distratti e divertenti ghiri-gori: da questo tappeto ricamato spuntano in maniera apparentemente casuale famiglie di piante grasse, proprio come bottoni e specchietti su un quilt indiano.
Gilberto Oneto(da "Ville Giardini'", gennaio/febbraio 2004, n° 398)






