Museo Sakıp Sabanci, Emirgan Istanbul

Museo Sakıp Sabanci, Emirgan Istanbul

2001

Un vero e proprio genere specialistico della paesaggistica moderna si occupa della formazione degli spazi esterni dei musei, sia che si tratti di nuove realizzazioni, che d'interventi su situazioni esitenti. Fra gli obbiettivi condivisi ci sono sempre la possibilità di creare uno spazio semplice e accogliente per i visitatori, in grado di ospitare anche in forma temporanea o stabile opere d'arte, e l'esigenza che il contenitore non prevalga - in termini percettivi - sul contenuto (ciò che viene esposto) che resta la vera ragione di vita del complesso.

Qualche volta, nel passato, si sono infatti visti edifici prevalere sull'arte che dovevano contene-re, o giardini che mettevano in secondo piano le sculture esposte o lo stesso edificio espositivo, tradendo la loro funzione essenziale. Nel caso di queste pagine il compito del paesaggista era reso ancora più difficile dalla specialissima posizione del sito: uno dei punti più importanti, carichi di storia e di significato del mondo intero. Il museoSabanci si trova infatti sulla riva del Bosforo, luogo di divisione e di unione di due mon-di, a poche centinaia di metri dal grandioso ponte che unisce le due sponde. Il problema è stato risolto in maniera esemplare utilizzando tutti i più collaudati "trucchi" del mestiere, necessari per questa speciale tipologia giardinistica. Il risultato è encomiabile per semplicità e pulizia d'immagini per la grande funzionalità dei suoi spazi. Il giardino è in grado di ospitare opere di arredo fisse, ma si può anche egregiamente prestare per esposizioni temporanee all'aperto, costituisce un perfetto spazio di transizione rispetto all'edificio, ma è anche una gradevole area di sosta e di riposo per i visitatori; molto opportunamente esso mette in risalto la grandiosa veduta sul Bosforo facendo da platea di fronte a un palcoscenico di tale importanza. Ma anche il rispetto per la storia è assicurato: l'edificio è stato rimaneggiato più volte e con esso il giardino che però è riuscito a conservare il carattere specifico dell'epoca che l'ha generato. Si tratta di una realizzazione completa a cavallo fra l'Ottocento e il Novecento, quando la tradizione paesaggistica ottomana era fortemente influenzata da immagini romantiche occidentali e - soprattutto sulle sponde del Bosforo e del Mar di Marmara - aveva sviluppato un genere specifico che era riuscito a coniugare tradizione e innovazione, come a Cheragan e a Ortakoy. Ermanno Casasco ha saputo capire lo spirito di quei giardini e - come aveva fatto in passato e nello stesso contesto ANTONIEIgnace Melling - lo ha rivitalizzato conciliando le immagini più caratterizzanti della cultura locale con le nuove esigenze funzionali.

Gilberto Oneto(da "VIlle Giardini", dicembre 2003, n° 397)

Negli ultimi decenni dell'Impero Ottomano si era sviluppata - specialmente sulle rive del Bosforo e del Mar di Marmara - una specifica cultura giardinistica che conciliava le immagini dell'antica tradizione locale con le innovazioni della paesaggistica europea, soprattutto inglese. Il genere aveva fatto nascere numerosi parchi di notevole qualità e fascino che traevano il massimo vantaggio anche dalla specialissima collocazione panoramica e simbolica, ai margini d'Europa. Ad essi ha fatto saggio e sicuro riferimento Ermanno Casasco quando ha dovuto affrontare il restauro dei giardini del Museo Sabanci, che si affaccia sul Bosforo.

Grazie all'utilizzo di tutti i più collaudati "trucchi" del mestiere, il risultato dell'intervento di rinnovamento è encomiabile per semplicità e pulizia d'immagini, e per la grande funzionalità dei suoi spazi. Il giardino è in grado di ospitare sia opere di arredo fisse che esposizioni temporanee all'aperto, costituisce un perfetto spazio di transizione rispetto all'edificio, ma è anche una gradevole area di sosta e di riposo per i visitatori; molto opportunamente esso si pone come platea del grandioso palcoscenico del Bosforo. Gli alberi di struttura sono quelli caratteristici di tutta la co-sta: cipressi, pini, cercis siliquastrum, ippocastani, ciliegi da fiore, chamaerops excelsa, palme.

Un interessante tocco di riqualificazione è ottenuto con l'unificante prato erboso e con l'inserimento di tappeti di pitosforo. Ha rintrodotto gli olivi, pianta così presente nella cultura turca, ma anche qui dimenticata come lo era In questo giardino (in corso di completamento) la opportuna rimodellazione a terrazzamenti praticabili dell'esistente salto di quota tra edificio e piano della piscina, (con opportuno riordino distributivo dei percorsi e riassetto volumetrico delle essenze arboree ed arbustive), ha garantito tra l'altro un compiuto apprezzamento fisico e percettivo per la suggestiva naturalità dell'intorno.