
Dove crescono gli olivi
Ermanno Casasco
Chi scopre un olivo, scopre un tesoro
La mitologia greca dà due interpretazioni differenti, ma entrambe affascinanti sull'origine dell'olivo.
Zeus, dovendo decidere che nome dare alla nuova città di Attica, propose agli dei una competizione.
La città avrebbe avuto il nome del dio che avrebbe offerto il piu bel dono. Poseidon con il suo tridente fece sgorgare l'acqua da una roccia vicino al tempio dell'Acropoli, ma Atena con la sua lancia colpi il terreno e un olivo spunto. L'albero di olivo tu considerato piu prezioso, poiche forniva luce, calore, cibo, medicine, cosmetici, ecc... E cosi la citta prese il nome di Atena. La tradizione riporta che questo tu il primo olivo greco.
Un'altra tradizione racconta che Ercole porto il primo olivo dalle sponde del Danubio in Grecia e lo pianto ad Olimpia.
L'albero di olivo e sempre stato un simbolo di pace e di riconciliazione.

Ad Atene esiste forse l'albero di olivo piu antico, chiamato "l'albero di olivo di Platone", è stato in quel luogo per venticinque secoli e il perimetro del suo tronco è di oltre sei metri.
Penso all'olivo come l'albero-giardino per eccellenza.
E la sintesi del mio giardino. Cambia l'uso, cambia lo stile, ma conserva sempre la sua personalità.
Così sento il giardino che costruisco mi adeguo al posto, alle esigenze, al gusto, alla cultura del committente ma costruisco sempre il "mio" giardino. Se ciò non è possibile, preferisco rinunciarvi.
Alcuni esempi di come l'uomo e il clima scolpiscano l'olivo.
L'olivo di Pantelleria, strisciante tra pietre e rocce, più arbusto che albe-ro, con i rami contorti che perforano il terreno per riuscire con maggior vigore ed energia carichi di frutti, a dispetto dei venti che flagellano in tutte le direzioni l'isola.
L'olivo della Sicilia, basso, largo, rica-dente, dal tronco gigantesco, in campi fioriti di bianco, di giallo, in prati verdi o aridi secondo le stagio-ni. Contorto, biblico, che affascina e spaventa, che ricorda forme di mo-stri, di palafitte, quando il tempo lo scava nel tronco, di vortici, di fantasmi e spiriti che sembrano voler uscire dal suo corpo.

L'olivo della Calabria, alto, gigantesco, tra piani e colline arate, che sembra voler raggiungere il cielo, formando" boschi che sembrano faggete.
L'olivo del Negombo di Ischia, cresciuto spontaneo, senza potature, frondoso, gentile albero domestico, in strette balze che sembrano tutt'uno con le radici e il tronco.
L'olivo della Puglia, racchiuso tra muri dipetra bianca, candelabro maestoso piangente verso il basso per offrire i suoi frutti scolpito con eleganza e trasparenza.
L'olivo della Toscana, rotondeggiante, schiumoso, tra prati verdeggianti, che sembra vestire e addolcire le colline tra il verde cupo dei cipressi, esaltandone la loro verticalità.
L'olivo della Liguria, non troppo alto, non troppo presentema che ingentilisce e rende ritmiche e cadenzate le balze e le insenature della costa.
L'olivo dei laghi lombardi e veneti, argentato e piumoso, in prati verdi e lussureggianti, nordico, che ricopre le colline richiamando il mare, le sponde più dolci del Mediterraneo.
L'olivo lontano della Turchia, con i suo tronco basso da cui partono quattro rami giganteschi come un grande sgabello capovolto, che rinverdisce le baie più tranquille della costa, in un terreno diverso dagli altri, rosso cupo con pietre e "fiori stranieri’’.
L'uomo ha scolpito l'olivo in forme diverse, l'ha coltivato in filari lineari e geometrici, ma l'olivo vince sempre con la sua spontaneità, la sua "naturalezza". Non è mai artificioso, si armonizza e ingentilisce ed entra in qualsiasi paesaggio.
È così che io intendo il giardino: tanto ordine, ma tanto disordine, con armonia.
Ermanno Casasco