
Bordighera, Imperia
1979 “La casa del Mare”, Bordighera (IM), Il progetto comprende la sistemazione esterna di una villa del ’39 di Giò Ponti che si affaccia sulla costa ligure precisamente su Bordighera (IM), già precedentemente ristrutturata da Piero Pinto.
1979

La Riviera ligure, con la sua straordinaria miscela di bellezze naturali e tesori storico-artistici, si pone come un fulgido esempio di come un ambiente possa essere trasformato in un'area di riposo e rigenerazione senza perdere l'essenza del suo ricco passato. La provincia di Imperia è una delle gemme più preziose della penisola, dove il clima mite e la posizione ideale si fondono con un paesaggio dove storia e natura dialogano in perfetta armonia.






Qui, l'architettura degli spazi, il risanamento ambientale e il restauro dei giardini non sono solo interventi di manutenzione, ma atti di profondo rispetto e valorizzazione del territorio. La visione per il futuro è chiara: preservare la bellezza e l'integrità dell'ambiente per le generazioni attuali e quelle a venire, guidati da una filosofia di interventi discreti ma efficaci, sempre nel rispetto delle delicate equilibri del luogo.


Ville e i giardini storici, elementi chiave di questo paesaggio, sono restaurati con una particolare attenzione ai dettagli, seguendo metodi che non solo conservano, ma esaltano la loro originale magnificenza. Sono luoghi dove la storia si può vivere, respirare e dove ogni passo racconta storie di tempi passati, mentre si guarda con ottimismo e cura verso il futuro.





La strategia per il restauro esterno è stato caratterizzata da una sensibilità che bilancia le necessità contemporanee con un profondo rispetto per il passato. Il restauro si sviluppa in maniera che ogni intervento sia un ulteriore tassello nella conservazione di quest'area eccezionale, garantendo che ogni spazio, ogni vista, sia un incontro armonico tra passato e presente, tra l'uomo e la natura, tra l'architettura e il paesaggio.




La Riviera ligure rimane un esempio splendente di come possiamo vivere e lavorare all'interno di paesaggi storici con sensibilità e rispetto, assicurando che la ricchezza di questi luoghi sia mantenuta e valorizzata, non solo per noi oggi, ma come un lascito per chi verrà dopo di noi.

Questa filosofia può essere applicata anche al restauro dei giardini che pure, almeno in questa regione particolare, sembrerebbero la porzione di territorio meno compromessa ma che invece necessita, proprio per la sua speciale funzione di ‘’immagine trainante e qualificante", di attenzioni particolarissime. L'esempio di queste pagine può assurgere a esemplare caso di corretto intervento di restauro di un giardino esistente tanta è l'evidenza con cui esso fornisce caratteri di positiva tipicità oltre che di morale attenzione per le valenze più intime dell'ambiente interessato.






La sistemazione esterna di una villa di Giò Ponti sorta nel ‘39 lungo la costa a Bordighera ristrutturata da Piero Pinto, si era col tempo, con l'incuria e con una serie di interventi scoordinati e privi di coerenza ambientale, trasformata in un banale e sformato ammasso di materiale vegetale eterogeneo e privo di qualsiasi rapporto culturale col posto.

L'intervento del paesaggista Ermanno Casasco è stato esemplare per metodo, per linee di intervento e per la decisione con cui si è radicalmente risolta una situazione scabrosa. E stato innanzitutto ripristinato il contatto sia visuale sia simbolico dell'edificio con il mare mediante la ripulitura e la risistemazione a terrazzamenti dello spazio di transizione: la lineare semplicità con cui questo viene risolto dà dignità alla villa ed alla principale apertura prospettica sull'acqua. Anche la più parte del terreno attorno all'edificio ed alla piscina viene liberata dal sottobosco per evidenziare i caratteri quasi "scultorei" degli esemplari arborei di maggior pregio (palme, olivi e cipressi) e per giocare sul vivo contrasto cromatico fra il prato e le macchie di arbusti da fiore.



Su un lato del complesso è stata realizzata una zona più naturalistica con la creazione di una bella successione di pozze d'acqua che si insinuano fra pietre ed intriganti masse vegetali.
Il complesso è poi schermato a monte da una massiccia quinta che ne difende l'intimità dall'esterno di cui filtra intrusioni visuali e sonore.
Gilberto Oneto
(da "Ville e giardini'", giugno 1987, n° 127)