Antigua, Caraibi
1997 Ad Antigua non occorreva migliorare il paesaggio che già godeva e gode di un fascino elevatissimo ma semmai si presentava la necessità di non guastare rapporti e immagini che si trovavano in perfetto equilibrio.
1997
In una piccola baia metà collina era stata distrutta per costruire le fondamenta della villa. L'intervento paesaggistico è stato quello di ricostruire parte della collina distrutta.
Ci sono parti di mondo nelle quali non esiste alcun solido riferimento culturale giardinistico in senso stretto, e dove la sola vera ispirazione può essere fornita dalle cadenze stesse della natura. Una qualità che può anche essere alla base della mancata esigenza di costruire giardini intesi come luoghi privilegiati. Si tratta, infatti, di paesaggi che godono di uno strato di privilegio diffuso.
L'isola caraibica di Antigua è sicuramente uno dei posti in cui non serve cercare di migliorare la qualità del paesaggio perché - almeno in termini di globalità percettiva - essa è già a livelli di grande fascino. Il problema in casi come questi è semmai proprio costituito dalla necessità di non guastare rapporti e immagini che si trovano in stupendo equilibrio. È un pericolo che possono correre non solo gli architetti (che hanno anche l'handicap di non avere proprio nessuna "regolarità stilistica" di riferimento), ma anche i paesaggisti che devono in ogni caso riuscire ad accomodare una serie di funzioni estranee (sport, attività ricreative, necessità "di vetrina", strutture tecnologiche) nel paesaggio. el caso della sistemazione dello spazio esterno di un nuovo edificio residenziale, l'abile paesaggista Ermanno Casasco è riuscito a risolvere tutti i problemi con il solito garbo, resistendo alla tentazione di strafare (le condizioni di contorno sono tali che quasi qualsiasi cosa può crescere e - in assenza di riferimenti certi -qualsiasi stravaganza finisce per essere accettata), e inserendosi con perfetta armonia nelle cadenze locali.
Assieme a Sonia Facchin e Giuseppe Agata Giannoccari, che hanno progettato l'edificio, ha inventato un insieme di rapporti funzionali ed estetici che si inseriscono perfettamente nel clima - sia atmosferico che culturale - del posto.
Non si tratta infatti di un angolo di mondo dalle caratteristiche tropicali in senso stretto, ma interessato da un clima molto particolare: l'isola è abbondantemente ventilata ma conosce anche sia periodi di siccità che l'occorrenza di uragani devastanti. Grande attenzione è stata perciò posta innanzitutto nella scelta dei materiali di arredo vegetale, gran parte del quale è stato fatto venire da Miami, Florida, poiché sull'isola non esistono impianti di vivaismo in grado di soddisfare una richiesta sofisticata. Di grande interesse sono anche le piscine: la più piccola (poco più che una vasca decorativa) è caratterizzata da un bordo a sfioro nella parte del mare. Il gioco di sovrapposizioni percettive consente una continuità di immagini estremamente efficace.
Gilberto Oneto da "Ville Giardini", luglio/agosto 2003, n° 393)
Nel 1997 approdo ad Antigua nei Caraibi, per un nuovo giardino. I lavori nel giardino devono procedere in contemporanea con quelli della costruzione della casa. Per quattro anni faccio la spola tra Milano e Antigua per seguire i lavori, sempre con i miei collaboratori.
La proprietaria, all’inizio è molto preoccupata a lasciarci soli sull’isola e mi chiedo il perché.
Lo scopro subito appena ci fermiamo in un bar: è un’isola del piacere, anche la baia di fianco al nostro albergo ha una spiaggia di nudisti particolarmente inclini al divertimento.
Inoltre nei locali ballano in modo molto strano, sensuale e provocante.
Gestire la manovalanza locale è molto faticoso, sono razzisti nei riguardi dei bianchi.
I pochi vivai hanno piante piccolissime e carissime, l’unica soluzione è rivolgersi ai vivai di Miami.
Devo fare un appunto, l’assistenza e l’aiuto che ho avuto dalla segretaria del Console onorario di Antigua e dal consolato di Miami è stato eccezionale e risolutivo nel riuscire ad acquistare e organizzare due container refrigerati, pieni di piante da portare ad Antigua.
Naturalmente Marco e Fulceri, del Negombo, morivano dalla curiosità di conoscere il posto, e in un viaggio sono venuti come aiutanti giardinieri. Era divertente vedere Fulceri alle prese con le piante.
So gestire molto bene le ore lavorative e distinguerle da quelle di svago. Partecipo al divertimento con gli altri facendo però sempre presente che siamo li per lavorare e certi limiti non si possono superare. Il lavoro per me viene prima di tutto, nelle trasferte si lavora anche di domenica e giorni festivi e faccio notare che tutto il personale del cantiere ci osserva e giudica.
Ermanno Casasco "Di un giardiniere errante" Maestri del Giardino Editori 2014






















